La crisi e la trasformazione (V e IV secolo a. C.)
Nel V secolo a.C. la società etrusca attraversò un periodo di crisi, sia interna che esterna.
La politica di espansione, infatti, subì una grave battuta d’arresto su più fronti. Nel 474 a.C. gli Etruschi furono sconfitti nei pressi di Cuma dagli stessi Cumani e dai Siracusani giunti in loro soccorso, vedendo fortemente ridimensionato il loro ruolo sul Tirreno, teatro di ripetute scorrerie siracusane.
Alla crisi militare si accompagna la crisi sociale, particolarmente grave nelle città dell’Etruria meridionale, con l’instaurarsi di rigidi regimi oligarchici e un forte ridimensionamento del ceto medio impegnato nelle attività commerciali e artigianali.
I conflitti interni alle città rimasero un grave motivo di instabilità e debolezza di fronte al profilarsi della minaccia di Roma, che conquistò nel 396 a.C. la città etrusca di Veio affacciandosi sui territori dell’Etruria meridionale, e alla pressione dei Galli nella pianura padana, ove il dominio etrusco finì per essere travolto.
Nel IV secolo, di fronte alla gravità della situazione, si verificarono in alcune città cambiamenti sociali, con l’ingresso nella cittadinanza di gruppi prima esclusi, dando inizio ad un processo di rinnovamento del corpo civico.